
L’istituto di ricerche J. Walter Thompson, ha condotto la survey e indagine qualitativa “Speak Easy, the future answer to you”, per comprendere meglio lo stato, e soprattutto gli sviluppi, dell’uso degli assistenti vocali.
Il rapporto analizza i dati ricavati da un’indagine etnografica, che ha coinvolto 30 persone, 12 delle quali selezionate anche per la partecipazione a due focus group, e i risultati di una survey condotta tra 1000 inglesi possessori di smartphone e 100 possessori dell’assistente vocale Alexa. In aggiunta, sono presentati i risultati di alcuni esperimenti di tipo neuropsicologico, coadiuvati da neuroimaging.
Il documento, interamente scaricabile, analizza dapprima il ruolo degli assistenti vocali nella vita quotidiana, rispondendo a domande quali: come vengono usati, in quali occasioni, per soddisfare quali richieste. Nella stessa sezione, vengono mostrate le reazioni emotive e cognitive, rilevate tramite strumenti di neuroimaging, del cervello umano – confrontando stimoli vocali di tipo diverso, oppure testuali.
A seguire vengono riportati alcuni dati circa la soddisfazione di chi già usa Alexa e altri assistenti vocali, e le aspettative dei consumatori (anche potenziali) nei confronti di questo tipo di assistenza.
La seconda parte del rapporto, invece, si concentra sulle implicazioni per le aziende e i loro prodotti, della diffusione di questo tipo di tecnologia. Le questioni analizzate affrontano il problema della scelta, ovvero del ruolo che avranno gli algoritmi che guidano gli assistenti vocali, nel suggerire acquisti, soluzioni e – ovviamente – prodotti.
Su Findyourdata, sul tema dell’assistenza vocale e dell’intelligenza artificiale, puoi consultare il rapporto Conversational Commerce: Why consumers are embracing voice assistants in their lives di Capgemini.