
La letteratura che si è occupata dei famigerati Millennials, è davvero molta: serviva mettere ordine per comprendere una generazione così diversa dalle precedenti e cresciuta in un contesto sociale che è passato dal benessere senza confini alla viva percezione di instabilità.
Probabilmente è così ogni volta che si affaccia al mondo – e sul mercato – una nuova generazione: non fu forse così per la X Generation?
Oggi, tuttavia, è il momento di abbandonare per un attimo gli adulti per occuparsi dei giovanissimi: i ventenni, chiamati Centennials, o Z Generation.
Anche loro sono cresciuti in un periodo particolare: hanno conosciuto fin a subito la mutevolezza delle condizioni sociali ed economiche e non sanno com’è vivere senza smartphone, perché l’hanno sempre visto in mano ai loro genitori.
Kantar pubblica Centennials at 21, il rapporto che getta le basi per comprendere gli stili di acquisto e fruizione di servizi della Z Generation.
In quale contesto sono cresciuti? Cosa li differenzia, dal punto di vista sociale, dalle generazioni precedenti?
Queste sono le domande di apertura a cui risponde il documento di Kantar, provando a descrivere il contesto socio-economico globale in cui si sono formati i più giovani e il suo impatto sul loro modo di vivere.
I Centennials sono sempre messi a confronto con Millennials e con le generazioni ancora precedenti per scoprire quali sono i punti di differenziazione e quelli di contatto.
Lo sguardo è abbastanza ampio e si parte dal rapporto con il diverso, dall’importanza attribuita alla libera espressione di sé e dei propri talenti, per arrivare ai comportamenti legati all’uso di internet e dello smartphone. Infine, si scende nel dettaglio per analizzare, con alcuni insight, i prodotti per cui influenzano le scelte famigliari di acquisto e l’atteggiamento verso i brand.
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