
La ricerca quantitativa
Le metodologie di raccolta e analisi dei dati quantitative hanno lo scopo di misurare un fenomeno. Attraverso quali strumenti riescono ad raggiungere questo obiettivo?
Gli strumenti elettivi delle indagini quantitative sono i questionari, ovvero elenchi di domande per lo più a risposta chiusa (in generale, domande a cui rispondere scegliendo una delle opzioni disponibili oppure inserendo un valore numerico).
I questionari sono alla base dei sondaggi elettorali, delle inchieste campionarie (o surveys) che vediamo sui quotidiani, delle statistiche ISTAT e di quasi tutte le rilevazioni che troviamo sui social (dalle classifiche dei Paesi più felici alla percezione di insicurezza nelle città, ai dati sulla violenza femminile e sulla disparità di genere).
Ai questionari risponde un campione, che è un numero di persone che rispetta alcune caratteristiche (che cambiano a seconda dell’argomento che stiamo studiando), la cui numerosità è determinata di volta in volta.
I metodi di campionamento possono essere diversi e determinano il fatto che il campione sia rappresentativo o meno della popolazione a cui si riferisce. Un campione rappresentativo ricalca – rispetto ad alcune variabili chiave – la popolazione da cui è tratto.
Così, per esempio, potremmo sottoporre un questionario ad un campione rappresentativo della popolazione di Milano ed essere ragionevolmente certi che le conclusioni a cui arriveremo sarebbero le stesse anche se coinvolgessimo nello studio tutti i milanesi.
Tuttavia, vi sono anche indagini quantitative svolte su campioni non rappresentativi e che quindi non permettono di fare inferenze sulla popolazione a cui si riferiscono.
I vantaggi di una ricerca quantitativa, sono evidenti quando si vuole misurare l’andamento di un fenomeno nel tempo e quando si ha l’esigenza di misurare l’efficacia, l’apprezzamento di un prodotto.
Secondo alcuni, le ricerche che si avvalgono di questionari sarebbero più affidabili, di quelle che – per semplificare – si avvalgono di interviste e anziché raccogliere numeri, raccolgono parole.
L’idea è che il numero in sé sia imparziale, meno soggetto ad interpretazioni e fraintendimenti e che quindi l’informazione che porta sia “più pulita”.
In realtà, bisogna ricordare che anche le domande di un sondaggio sono scritte da un ricercatore e che anche una lieve modifica al testo può influenzare pesantemente la risposta. Ancora, così come le parole e i testi, anche i numeri sono interpretabili e i ricercatori affidabili, lo sanno fare nel modo giusto senza tradire la realtà.
Molte delle indagini catalogate su Findyourdata, sono di tipo quantitativo.
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Risorse utili per approfondire la ricerca quantitativa e l’analisi statistica dei dati:
Se vuoi approfondire anche il tema dell’analisi dei dati, puoi consultare:
• Il sito di Paola Pozzolo, consulente e formatrice statistica con tanto materiale da consultare;
• Il volume Metodologia della Ricerca Psicosociale, di M. Cardano e F. Ortalda che spiega i principali strumenti e applicazioni della ricerca qualitativa e quantitativa, nonché le branche della sentiment analysis, dei big data e dell’analisi dei dati digitali.
• Il volume Ricerche di Marketing di L. Molteni e G. Troilo, che esplora i diversi metodi e ambiti di applicazione, entrando anche nel dettaglio di diversi casi studio