
Il rapporto “The Future 100 – 2023” di Wunderman Thompson prevede una serie di trend che potrebbero influenzare la vita quotidiana nel 2023.
Tra i termini chiave che definiscono il rapporto ci sono “vibrancy”, “empowerment”, “emotional uplift” e “superself”. In questo articolo, esploriamo i 100 trend del rapporto e come potrebbero impattare la vita quotidiana.
Alcuni trend sono già consolidati, mentre altri sono ancora in fase embrionale e non sono visibili ai più. Altri trend sono legati all’ideale di un futuro migliore, come la salvaguardia dell’ambiente. Tuttavia, ci sono anche trend polarizzanti che possono interessare solo alcune fasce della popolazione, trend effimeri ma visivamente potenti e trend poco credibili.
Scopriamo insieme quali sono i trend del 2023 da tenere d’occhio per essere preparati al futuro.
Per chi non lo conoscesse, il rapporto è un grande classico ed è molto interessante da leggere. Contiene una selezione dei 100 trend – o segnali più o meno deboli – che pronosticano molti aspetti del nostro vivere nel 2023. Racconta di business e di opportunità e riporta diverse case history che testimoniano il cambiamento.
Alcuni trend di questa edizione sono già in atto da tempo, pur con declinazioni diverse (come quelli che riguardano la skincare – trend 51, 52 e 56 – o il lusso o il turismo – trend 72, 76, 80 e 22, 29), altri appaiono più nuovi e futuristici, altri sembrano troppo “Technology-centered” e poco “Human centered” (come quelli legati al Metaverso).
Tuttavia, è pur vero che l’Italia è una provincia, non possiamo aspettarci di essere pionieri e probabilmente neppure di vedere l’alba dei bisogni e dei valori che modelleranno il prossimo futuro. Inoltre c’è la crisi.
Il rapporto non manca di citare l’instabilità, le difficoltà economiche e geopolitiche che imperversano più o meno in tutto il mondo. Alcuni trend individuati sono perfettamente coerenti con la fase storica (come la ricerca di un modo più frugale ed economico di cucinare, a cui Sainsbury’s sta già dando risposta), altri sembrano scollegati dal sentire comune, dalla vita di tutti i giorni e dell’umore delle persone (come quelli che sottendono una visione veramente ottimista del futuro). Altri ancora sembrano un invito alla resilienza, una descrizione del nostro sè ideale, come la motivazione legata al Viva Magenta, Pantone Color of the Year 2023 – che è inserita nel trend “Elevated Expressionism”:
is a bold, energetic hue that the company describes as “an unconventional shade for an unconventional time.” Against the current global climate of looming recessions, environmental uncertainty, and surging inflation rates, Pantone is offering brightness and hope by channeling inner strength. “It’s brave, it’s fearless, it depicts optimism and joy.
Come leggere i 100 trend del 2023?
Mi sono data ben sei possibilità:
- Trend consolidati. Fanno già parte della nostra quotidianità, anche se magari cambiano declinazione, il modo in cui influenzano il nostro comportamento. Fanno parte di un sentire comune, di valori condivisi oramai in fase di assimilazione.
- Trend reali, ma invisibili ai più. Sono consistenti e hanno le carte in regola per diventare più di una curiosa case history, tuttavia sono ancora in fase embrionale e non possiamo osservarli nella realtà, nella nostra quotidianità, e neppure nella grandissima parte dei focus group, delle interviste. Ovvero, è il caso di affidarsi più o meno ciecamente al rapporto di Wunderman Thompson.
- Trend “del sè ideale”. Rappresentano soprattutto un auspicio, una speranza di cambiamento e di ritrovata consapevolezza. Per quanto ineluttabili, inserisco fra questi i trend legati alla salvaguardia dell’ambiente che richiedono un pesante cambio di stile di vita.
- Trend polarizzanti. Interesseranno (anche profondamente) alcune fasce delle popolazione e verranno rigettati da altre. È un modo di leggere la realtà – quella della polarizzazione – che ultimamente dà buoni risultati e ha un consistente fondamento sociale e politico.
- Trend “di superficie”. O evolveranno o moriranno: effimeri ma potenti dal punto di vista visivo (facili da condividere, instagrammabili, che consentono una connotazione apprezzabile sui social) ma che non hanno alla base un valore forte (o almeno non ancora).
- Trend poco credibili. Sono poco più che sperimentazioni di imprenditori visionari, non raggiungeranno mai la popolarità e finiranno nel dimenticatoio.
Trend reali o meno, l’ultima parola la lascio a Miranda Priestly che senza possibilità di appello ci spiega che anche ciò che e più lontano da noi e che magari detestiamo, alla fine, è arrivato.