
Cosa veramente salverebbe la Terra
Ho avuto un incontro ravvicinato con un mio vecchio pupazzo e non ho potuto non notare l’etichetta, forse anche perché sto leggendo il bel libro “Il giorno in cui il mondo smette di comprare” (sia chiaro: un libro pienamente azzeccato per un ricercatore di mercato).
Attraverso numerose interviste ad esperti e imprenditori, l’autore spiega che per salvare il pianeta è utile investire sulle energie rinnovabili, così come acquistare prodotti ecologici, biodegradabili, a km0, ma quello che veramente farebbe la differenza sarebbe acquistare meno.
Fare a meno di alcune cose, letteralmente. Smettere di cambiare arredamento quando cambiano le mode, per non dire gli abiti. Evitare di viaggiare in aereo, rinunciare ad avere sempre 21 gradi in casa qualsiasi sia la stagione.
L’economia del riciclo
Questo aprirebbe le porte ad un’economia del riciclo e del riuso che va ben aldilà dell’utilizzo spensierato di app come Vinted e similari. L’acquistare meno darebbe spazio a tutta una serie di attività molto complesse che consentirebbero ai prodotti di entrare e uscire dalle nostre vite, più volte, anziché essere acquistati e buttati, una volta sola.
Come siamo cambiati?
Ora vi presento il mio pupazzo, quello da cui è partito tutto.
Verosimilmente, è uno degli ultimi ad essermi stato regalato, parliamo di una trentina di anni fa, forse anche meno, e i produttori ritenevano importante comunicare che sì, il gioco era stato prodotto in Cina, ma da materiali assolutamente nuovi! In questo modo il cliente poteva essere rassicurato sulla qualità del prodotto (e forse anche sulla sicurezza).
È la prima volta che vedo un’etichetta di questo tipo e credo che a nessuno verrebbe più in mente di utilizzarne una simile. Anzi, oggi chi utilizza anche solo in minima parte materiali riciclati ne fa un motivo di orgoglio.
Sono passati trent’anni e la cosa che più di tutte mi ha colpito è che cambiamo velocemente, molto velocemente.
E’ un buon segno! …o forse no.