
Trade Lab e Metrica ricerche hanno condotto una survey per comprendere come evolverà il consumo di cibo fuori casa – e quindi il futuro della ristorazione – dopo il lockdown causato dal Coronavirus.
I risultati sono pubblicati in forma di presentazione e completamente consultabili.
L’obiettivo del rapporto è tracciare una possibile via d’uscita per il settore della ristorazione, individuando le aspettative dei consumatori e le loro previsioni circa un possibile ritorno alla normalità.
L’indagine ha coinvolto un campione di 800 persone, stratificato per sesso, età e zona di residenza, con un sovracampionamento per i comuni di Roma e Milano, che da soli realizzano il 15% dei consumi “away from home” di tutta Italia.
La segmentazione per età, inoltre, prevede il raggruppamento per generazioni: Generazione Z, Young Millennials, Late Millennials, Generazione X, Baby Boomers.
Per comprendere le aspettative dei futuri avventori di ristoranti, bar, locali notturni e discoteche, l’indagine sonda le paure e i criteri di sicurezza minimi che guidano l’intenzione – o meno – di ritornare a consumare i pasti fuori casa.
Dalla necessità di frequentare locali già conosciuti, ma poco affollati, alla propensione a condividere i propri dati sensibili pur di tornare ad una vita normale, gli intervistati espongono la loro classifica dei luoghi considerati più o meno sicuri e dei primi di cui si intenderà riprendere la frequentazione.
I dati mostrano notevoli differenze tra le generazioni, frutto di bisogni e sensibilità diverse e anche le zone di residenza hanno un impatto non trascurabile sui tempi e sulle modalità con cui si ritornerà a consumare pasti fuori casa.
La disponibilità economica è un tema che inevitabilmente si intreccia con la possibilità di andare a cena o a pranzo in un ristorante o in una pizzeria e, anche in questo caso, sono evidenti le differenze tra nord e sud d’Italia, così come l’abitudine di consumo pre – Covid.
Tra i pasti consumati fuori casa, particolare attenzione è data al pranzo che, più di altre occasioni, rischia di non vedere una ripresa: si pensi alle mutate abitudini lavorative (in primis l’adozione dello smartworking) e alla possibilità di preparare da sé il pasto da portare in ufficio e quindi risparmiare.
Un capitolo a parte è dedicato al food delivery che per molti ristoratori è stata la prima risposta all’allentamento delle misure restrittive. L’indagine confronta i dati sull’utilizzo di questo tipo di servizio prima dell’epidemia e durante, affiancando le previsioni fatte dagli intervistati riguardo l’uso futuro.
L’ultima sezione è dedicata al turismo: chi prevede di fare una vacanza? In quale tipo di strutture? La rilevazione qui ha l’obiettivo di capire quali saranno le mete e le soluzioni di alloggio preferite dagli italiani.
Per una raccolta di articoli e indagini su ristorazione e impatto del Coronavirus, leggi anche La ristorazione al tempo del Coronavirus.
Per altre indagini sul food delivery, leggi la sezione di approfondimento Food Delivery e riders